Premessa

Dopo l’esperienza del Coronavirus, le persone non sono più le stesse e così la pastorale non può essere più la stessa.

Il nostro modo di vivere basato sulla globalizzazione, sul profitto, sul capitale, la speculazione finanziaria e la volontà tecnologica a causa di un microscopico virus ha inaridito il nostro modo di vivere così da mandarci in crisi e colpire simultaneamente milioni di persone.

Il Coronavirus ha fatto saltare la routine e ci costringerà a cambiare il nostro modo di agire del “si è sempre fatto così”, come ha sottolineato il nostro vescovo nella sua lettera pastorale Come gli uccelli del Cielo consegnataci nella Pentecoste del 2020.

È necessario un cambio di passo e riprendere in mano i fondamenti su cui costruire una Comunità Cristiana e riscoprire uno sviluppo sostenibile, che rinunci al superfluo ed allo spreco e così vivere un impegno condiviso all’insegna della solidarietà e responsabilità di tutti coloro che intendono vivere un cammino di Fede.

Il vescovo, nella sue lettera pastorale, ci indica tre strade da riaprire e ripercorre in un modo nuovo e che noi vogliamo fare nostre.

  1. Catechesi: reimmaginare l’evangelizzazione sia della Iniziazione Cristiana dei ragazzi e degli Adulti, partendo dall’ascolto delle domande, delle ansie e delle attese delle persone che incontriamo.
  2. Liturgia: reinterpretare la liturgia. Il “distanziamento” che stiamo sperimentando, impostoci dalla Legge per il bene comune, ma che talvolta abbiamo praticato da soli, quando molte nostre Celebrazioni erano vissute per abitudine e freddezza, dovrà farci riscoprire la Comunità Cristiana come “assemblea”, che dà speranza e rigenera le persone e dove ciascuno ha un suo ruolo.
  3. Carità: Reinventare la Carità, facendo più attenzione alla giustizia, alla rettitudine dei processi economici, alla responsabilità dei confronti dell’ambiente comune (ecosfera), senza trascurare le necessitò giornaliere di tante persone che non hanno il necessario per andare avanti e sbarcare il lunario.

Ciascuno vive di ciò che riceve, a cominciare dalla vita. Non è l’accumulo che ci preserva, ma la serenità di vivere giorno per giorno. È illusorio pensare di star bene in un mondo malato.

Sta a noi ed al nostro impegno ritrovare e ricostruire un “humus”, che ci farà trovare una via di uscita per risolvere i problemi, così come ci ha esortato papa Francesco nella Laudato si’ (Ls, 61).

È più che mai necessario che la fede smetta di essere un’abitudine e diventi testimonianza di vita reale.